Siamo n̈el 2025 dovrò abituarmi a questo nuovo numero finale
Sono scesa, come sempre all'alba, avendo pur dormito ancora meno del solito, ma ero in tenuta festaiola, con scarpette rosse e maglioncino tono su tono, invece della solita felpaccia o del cardigan usurato che invoca il pensionamento. Outfit che avevo indossato anche al mio aperitivo casalingo di ieri sera, ospiti mio marito, io e la loppide. Aperitivo da bar di periferia, che era un cenone: niente brindisi, ma un americano deca, una tisana allo zenzero, che male non fa, poi un tranquillante per Isi, in dose adeguata al suo peso come da indicazioni veterinarie. Per coprire il sottofondo guerrafondaio, musica a volume da sordità e tutte le giaculatorie conosciute e anche inventate. L'ordinanza comunale che avrebbe vietato i botti, tanto osannata e condivisa, aveva chiara la postilla che ne derogava l'uso dalle 23 all'una am. Ponzio Pilato era campione di responsabilità al confronto. Comunque sia in Cadorna, alle 20, si sentivano già i consigli d'uso proctologico per i petardi di varie dimensioni. Però all'una, o poco più, mentre scattava il coprifuoco, mi chiedevo il perchè e il senso di uno spreco simile
Un anno in più dunque. Ieri sera, mentre mi spruzzavo uno dei miei profumi preferiti, realizzavo che l'età anagrafica si vede anche quando li tolgono dalla produzione e bisogna provarne altri mille per ritrovare l'essenza perfetta. Pensiero superfluo, forse, ma se si fanno i conti degli anni in uso, sono in multiplo di dieci, e risalgono al secolo scorso. Va beh, confesso che li ho vissuti, con tracciati simili a quelli di un elettrocardiogramma impazzito, in buona compagnia, ottima musica ed eau de parfums incredibili.
Vorrei continuare così, magari con un bel viaggio in Provence, a Grasse,
a sostituire Reve Indien e a ritrovare qualche anno smarrito nel tempo
È un primo giorno ancora una volta. Mi ritrovo a sorridere
Auguri a tutti o quasi