Un Lunedì all'alba, con la burda, la nostra nebbia padana a rendere ovattato il mio piccolo mondo antico. La notte con più risvegli ansiosi che sono la somma di troppa insonnia. di troppo tempo senza riposo
Scendo le scale sperando di non cadere, cerco di arrivare al tastierino dell'allarme e ci rinuncio. Lo farò dopo, basta ricordarlo per non far svegliare il vicinato, ma pa solita spalla bloccata, mi consente un'attività da bradipo. Veloce colazione e rifletto, malamente purtroppo. Ecco non sopporto la cattiveria e ci sta, ma mi fa paura quella che si  traveste di gentilezza, quella degli occhietti che si socchiudono mentre si parla, quella del sorrisetto sghembo del io sono, ma tu non credo possa esserlo, quella della supponenza che fa credere intelligenti, veri fuoriclasse. Ho imparato che non c'è peggior malanimo in un cretino che si crede intelligente. Mi salvo da questi, fingendomi stupita, in una una sorta di stupidità che li rallegra, li fa credere dei geni, quelli che cadendo dal loro piedistallo finiranno col farsi male e così sia. Non gioisco, aspetto e constato
La forma più temibile, quella delle persone che fingono di amare, di essere amiche. Spesso ci si casca, succede anche a chi è sempre vigile e diffidente, ma certe debolezze sono sempre in agguato. Carpiscono confidenze e affetto e fatto il pieno, se ne vanno, lasciando ferite che faticano a cicatrizzare. La più brutta forma di cattiveria, davvero, quella che lascia allarmati sempre e non c'è centralina che possa disattivare. 

Chiudo la riflessione, avviso il compagno della situazione fisica, mi conosce e sa come affrontare il mio handicap momentaneo. Il dolore è fisico, passerà, almeno questo passerà. 
Intanto pianifico la mia giornata e sorrido pensando che comunque intorno a me c'è un bel gruppetto di donne, sentimenti comuni, con tanta voglia di fare e dare. Stiamo iniziando un percorso che ci porterà a camminare insieme. Non sgomitiamo, non siamo protagoniste, non ci interessa esserlo, ci riconosciamo nelle stesse ferite e in certe disillusioni.
Avremo tanti passi da fare, troveremo inciampi che già intravedo, ma va bene, perché "sarà un gran bel finale",  come tante rose nella nebbia

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