Avresti compiuto 100 anni. Non sarebbe stato poi così impossibile, ma invece te ne sei andato quando eri più giovane di me ora.
Ho continuato a mantenere viva la tua immagine giocosa di quando venivi a Lodi da me, per me che ancora non stavo bene, ma mi ero accollata un trasloco e per la tua Chiaretta, lei che aveva attaccato un cartello alla porta della cameretta: "qui può entrare solo il mio nonno". Tutti i giorni, mi tenevi compagnia, mi aiutavi parlandomi e mi scrutavi preoccupato. Sapessi quanto sei stato importante, quanto lo sei ancora in verità, perché continuo io a parlarti e a cercarti nei miei sogni. La tua scomparsa, è coincisa con la nuova destinazione di Gi. Eri tanto entusiasta da informarti sulla città, sui treni da prendere, sulle cose da vedere. Non è stato possibile. Tu nella tua eterna dimora, io nella nuova casa, quella che ti descrivevo e raccontavo nella sistemazione, mentre cercavi di vincere sul male
Sono convinta che oggi, come regalo avresti chiesto ancora che Baby e io cantassimo, in uno di quei duetti che amavi tanto e che riuscivano davvero bene, allora, perché adesso rideresti. E davvero mi piacerebbe rivedere quel tuo sorriso sornione, che assentiva alle mie "belinate", già consapevole che avrei sbattuto ancora contro il muro della mia testardaggine e del mio orgoglio
Cento anni. Trentadue di assenza.
Chiara adulta, motivata, in carriera e Andrea che non hai potuto conoscere, ma ha in certe espressioni il tuo sguardo e anche di lui saresti fierissimo. I tuoi nipoti
Noi, Gi e io, siamo qui ora e ci diciamo quanto ne saresti felice, perché comunque hai sempre sperato in un nostro ritorno
Tutto torna, in quell'incredibile avventura che è la vita
Posto questa tua foto antica e retinata: eri giovane, avevi ancora i capelli e una certa seriosità. E quegli occhi sono i miei.
Buon compleanno, papà