I primi violenti attacchi di ansia li ho subiti da ragazzina. Avevo 14 anni e mi sentivo soffocare dall'atmosfera prepasquale, quella della settimana santa. Inquieta, vivevo come in un incubo e mi costringevo a sopportare qualcosa in cui non riuscivo a credere, che mi schiacciava, mi ammutoliva
Giovanissima, negli anni 70 in un piccolo centro della pianura padana in cui tutto ruotava intorno alla Chiesa, con una madre che si sentiva in dovere di praticare e soprattutto di far praticare. Un padre comprensivo e libero, ma che mi pregava di fingere e stare tranquilla per il bene di tutti. Non il mio però con tutte quelle domande senza risposta, a cui nessuno voleva o poteva rispondere
Periodo difficile di scoperte, fortunosamente vissuto per lo più in quella strana scuola milanese, in fuga da tutto quello che non riuscivo a sopportare, ma con la possibilità di confrontarmi con altre culture
Poi ancora anni in cui il tentativo di omologarmi è stato forte e dannoso. Indossare una maschera e cercare di farsi accettare in una comunità che continuva a essermi estranea, ma per amico un sacerdote. Un assurdo, che mi ha accompagnato anche negli anni più adulti, dopo che l'ennesima fuga mi aveva concesso almeno di riappacificarmi con me stessa, se non con altri che hanno continuato a vedere in me una sorta di scheggia impazzita da criminalizzare. Per qualcuno dall'alto della sua insapienza, sicuramente una stupida. Se allora ero ferita, ora riesco a vedere la loro ostinata cecità in quell'essere chiusi e intolleranti
La maturità, gli approfondimenti, la libertà dovuta agli strumenti che cominciavo a possedere, la forza dell'esperienza sono la somma per la serenità che mi è finalmente data. Così come la capacità di rapportarmi a tutto, agli altri, qualunque sia il loro credo, in una continua, mai sopita, voglia di conoscere
**Pasqua è voce del verbo ebraico “pèsah”, passare. Non è festa per residenti, ma per migratori che si affrettano al viaggio. Da non credente vedo le persone di fede così, non impiantate in un centro della loro certezza ma continuamente in movimento sulle piste
Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi apertori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri a ogni costo, atleti della parola
Erri De Luca**