C'è stato il tempo delle sciocchezze, quello che chiamano delle mele, dei sogni, della vaghezza, ma anche delle grandi delusioni; poi venne il tempo della ribellione e quello in cui per sopravvivere ed evitare stragi, la ribellione era solo nel pianto, nel groppo in gola e nelle lacrime facili. Volevo essere da tutt'altra parte, sapevo di poter fare altro e di essere altro, ma ecco andavo a sbattere ovunque, con bastoni che mi trovavo fra i piedi e nelle aspettative degli altri, mi ammaccavo, arrancavo e soffrivo. 
La crescita è stata difficile, la vita non mi ha risparmiato proprio nulla, ma ho cominciato a piangere sempre meno, poi più. Alla fine ci si prosciuga, si fanno scelte drastiche, si tagliano rapporti, come rami secchi; la solitudine che mi era stata imposta, è diventata amica. Alle chiacchiere, preferisco i lunghi silenzi, ma le mie lotte le faccio a muso duro: mi dicono che sono stronza e forse un po' lo sono diventata, ma come non critico le scelte altrui, voglio rispetto per le mie. Su questo non cedo, pronta alla battaglia 
Ho creato faticosamente il mio nido e ci entrano pochissime persone, quelle con cui non ci si racconta, perché non se ne sente il bisogno.
Ora la fine di un anno, l'inizio di un altro. Ho smesso da tempo di chiedere, di aspettarmi chissà che: ogni cosa succede, se e quando vuole: mi limiterò  a continuare, semplicemente, con caparbietà, spesso silenziosamente, spero meno sola. Cadrò, mi rialzerò, mi ferirò, mi curerò
Torneranno, a volte, i nodi a strozzarmi la gola, ma anche se struggono, i sentimenti sono sempre da accogliere, mai da rifiutare.
È la vita, bellezza
È così...
(scritto del gennaio 2018)


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