Per indole sono una solitaria, che cercava l'isolamento anche da bambina
Per forza di cose, ho dovuto imparare ad arrangiarmi
A 18 anni a mantenermi
A 26, con una neonata, lasciare il lavoro, andare a vivere in un'altra città, in un appartamento ammobiliato nella brutta periferia chiavarese, con un marito sempre assente per lavoro, senza telefono e senza cellulare che doveva ancora nascere. Ho fatto di necessità, virtù. Avevo il mare ed era tantissimo
Ogni trasferimento, comportava la partenza di mio marito e mediamente dopo un anno, il ricongiungimento. È successo che io traslocassi con armi e bagagli, e lui fosse pronto per una nuova destinazione
Poi i lunghi anni modenesi, stanziale per dare centralità a Chiara: a muoversi solo Gi
Per compagnia, me stessa, i miei libri, spesso la malinconia che sfociava nella depressione, la consapevolezza che avrei dovuto sempre arrangiarmi.
Ora, che vivo una situazione totalmente contraria, ho ancora l'esigenza di rimanere sola, di sfuggire dalle persone
Sola riesco a fare e do il meglio
Non partecipo a gite o rimpatriate.
No voglio sentirmi alitare sul collo
Gli abbracci, quelli veri, quelli Seri, sono preziosi e per pochi, come le carezze
I baci, centellinati
Non sono asociale, ma non amo troppo la compagnia, che devo poter prendere come rimedio omeopatico, a dosi infinitesimali e come devo essere scrupolosa nell'assunzione dei farmaci, per reazioni avverse, devo porre massima attenzione nella scelta delle persone con cui essere amica o accompagnarmi: il rigetto è certo altrimenti
#Checaratteredimerdachehai, ripete il compagno di vita, scuotendo la testa, accettando moglie, ma anche una figlia così diverse da lui
Eppure, "Solo chi è autosufficiente può stare solo, la maggior parte delle persone segue la folla e procede per imitazioni" (cit)
Buongiorno, anime scostanti e solitarie