Filastoria da una filastorta

Asciugo i capelli, o meglio tento svogliatamente di farlo, ma tanto sono ricci e scompigliati, scollo le spalle e rileggo ad alta voce la filastrocca di Enrica Tesio
Mi riconosco troppo e la cosa mi mette a disagio. Devo fare ammenda. Non è semplice vivere accanto a me, ne essermi davvero amica, forse anche amarmi è complicato. Del resto, io amo in modo complicato, qualsiasi cosa voglia dire
Sono davvero un eterno pesce fuor d'acqua: lascio i kleenex nelle tasche dei jeans in lavatrice, ho scritto "ansia & disastro" sul campanello di casa. 
Sono quella che lasciava di tutto e di più nell'armadietto scolastico e la mia amica Maria si trovava obbligata, brontolando, ad aiutarmi negli ultimi giorni di scuola: frequentavamo pure corsi diversi e non era semplice caricarsi di borse e libri. 
Sono quella che si macchia di caffè la camicia di seta prima della Cresima della figlia, arrivando in chiesa tardi, replica del gelato al cioccolato sciolto sul mio abito bianco di Cresimanda, ma anche quella che mette la maglietta nera nuova e la sporca con il dentifricio subito prima di uscire per una commissione o, peggio, una partenza 
Fra tanti casini, faccio da sola troppo, anche uscire da una depressione, continuando però a "fare fiocchi con i miei nodi in gola", riuscendo comunque a chiudere con rabbia telefonate consolatorie
Sono sempre io che gioco in difesa e anche gli eventuali attacchi, spesso maldestri, sono arma difensiva 

Faccio ammenda, sì, ma se si tende a togliermi la  libertà o "calpestare i miei sogni", le scuse, diventeranno davvero altro.
Come dice la filastorta? "sono il suca, inviato invece di scusa"

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