MENS SANA IN CORPORE SANO
Da un paio di anni la cyclette campeggia al centro della camera degli armadi, chiamata così pomposamente dopo l'ultima ristrutturarazione, ma che è in realtà la stanza "del metti lì che poi sistemo". Ecco la cyclette è parte dell'arredo, appoggiata su un bel vecchio kirman e comodissima come stendibiancheria.
Acquistata per una figlia universitaria con niente tempo per la palestra, ma che evitava la paralisi alle gambe, parole sue, pedalando con un libro appoggiato sul computer di bordo, ripetendo in un soliloquio le amenità della giurisprudenza, ha seguito poi la neolaureata nella sua nuova casa, trovando giusto spazio fra una elittica e non so che altro attrezzo da tortura. Poi con l'arrivo dei siberiani il declino; ferita gravemente nei pedali dai morsi dei lupetti, ha trovato rifugio nella casa d'origine.
Una precisazione è doverosa: una cyclette l'ho sempre avuta e usata tantissimo, ma era una di quelle simili alla vecchia "Graziella", priva di tecnologia, dotata di un semplice contachilometri: walkman, canto libero e pedalando ho fatto in casa le lunghezze di più Giri d'Italia.
Arrivata nella città della "Ghirlandeina", ci fu l'esigenza di ripristinare al meglio i miei muscoli e la frequentazione della palestra con l'utilizzo di attrezzature all'avanguardia, divenne quotidiana. A 40 e passa anni, dopo qualche disavventura, avevo un fisico tonico e una mente sana, anche se le fratture pregresse cominciarono ad avviarmi a un percorso diverso e fu il ritorno in acqua. Ora, se a terra inciampo in me stessa, in acqua ritrovo fluidità e leggerezza: un piacere davvero. Per mantenere la mente libera ci furono anche i corsi di yoga, abbandonati per incapacità da parte mia di non mandare al diavolo l'insegnante: pare che il vaffa non sia contemplato durante il saluto al giorno dello Hatha yoga.
Successivi nuovi casini e inizio di una sorta di pendolarismo MO - LO - TO, unitamente a guai familiari, mi fecero incontrare nei tempi morti l'ozio più sfrenato. Le passeggiate con il terrier, qualche breve ritorno in piscina, quando possibile, ma solo con la fisioterapista, che comunque mi concedeva spazio per qualche bracciata, magari a dorso, la mia preferita.
Persa la tonicità dei 40, lasciati alle spalle i difetti dei 50, che tutti generosamente si sono premurati di farmi più volte notare, superato, o meglio metabolizzato, il KO medico dei 60, abbandonate le lunghe passeggiate e qui sulle cause ci vorrebbe un trattato di psicologia applicata, è ritornato il momento di riappropriarsi della cyclette. Ferita lei nei pedali, io nel corpo e nella mente, con vecchio iPod pieno musica vintage, non doppieremo più il Giro d'Italia, ma una Milano/ Sanremo, cercheremo di farla. Con calma, molta.
Peccato quegli scricchiolii al collo e quel divano che occhieggia...
Comunque sia anche il divaning ha un suo perché: leggere comodamente sdraiati allontana brutti pensieri e salva la vita. La mia, almeno di sicuro
Mente poco sana, corpo così così, ma c'è stato di peggio.colpita, non ancora affondata.
Tirem inanz e mi perdoni la citazione il povero Amatore Sciesa.