LOCKDOWN

Piccolo diario delle settimane di isolamento. 
Brevi pensieri in volo dall'appennino, al paese dei cinque campanili. 

📌22 febbraio 
Un altro giorno. 22 febbraio 
La preoccupazione è tangibile. 
Leggo le notizie, cerco di rimanere aggiornata, ricevo messaggi e telefonate, più o meno rassicuranti, da amici e parenti e altre, paradossalmente più ansiose, dagli amici modenesi che vogliono sapere.
Non sono del tutto tranquilla,lo ammetto e aspetto rassicurazioni da mia sorella, al fronte. 
Penso al vostro isolamento e qui scatta il sorriso, perché a detta dei miei, visto la mia asocialità, potrei essere l'unica persona a sopportare tranquillamente una quarantena, purché dotata di libri e PC.
Si cerca di smorzare la tensione, certo. Andiamo avanti, intanto.
Tenete botta casalini.



📌4 marzo
Il decreto non è ancora in attuazione, ma alle parole di Conte sulla morbida quarantena, alcuni italioti si sono fiondati nei supermercati notturni a fare incetta di tutto.
Avranno paura di rimanere senza carta igienica, non so. 
Oggi sarà giornata di spesa anche per me e mi adeguerò ai protocolli, che detto così fa effetto. L'entrata nel supermercato, con adeguata copertura, ma soprattutto sola.  Si entra senza accompagnamento vario. 
Ora a a Sestola, dove  sono in felice isolamento per cause fortuite, non c'è supermercato, ma per i generi di conforto, siamo dotati di numero 1 rosticceria capitanata da Herr Emma, che ti stronca con lo sguardo se non accetti l'offerta di una fetta di culatta, che così mai provata: la adoro, come la sua cucina, ovviamente. 
Poi, n.1 negozio  sovrapponibile a un super, ma di dimensioni più simili al soggiorno di casa. Lo gestisce Moreno, con la famiglia, ma Moreno, è anche nel negozio di detersivi, sul trenino estivo che gira Sestola e frazione, è autista dei pullman e trasportatore di ogni. Un dono dell'ubiquità che ha del sacro. In questo negozio, comunque, c'è la sopravvivenza mangereccia e casalinga del paese, con la felice sensazione di entrare nella dispensa di famiglia. 
C'è "l'orto dei galli", 3 mq di frutta e verdura gestito da ragazzi romani, che hanno deciso di cambiare vita per buona pace nostra. Si va dal macellaio Riccardo, che con la nipote manda avanti l'attività, fra qualche chiacchiere e un taglio di salsiccia. Molte le chiacchiere ammetto, ben gradite e tutte con quella bella "esssse" scivolosa. 
Sul corso, qualche boutique, una monomarca Borbonese, un negozio di scarpe d'alta moda: in montagna, ma eleganti e glamour. Certo siamo dotati due panetterie e una pasta fresca, che osserva più chiusure che aperture e dove tutto è su prenotazione. Tre i tutto sport per abbigliamento più o meno tecnico. Per gli sci & CO, si sale di 200 mt. Vista la stagione e la chiusura coatta degli impianti, molte le serrande chiuse.
Se vogliamo darci a una botta di vita, andiamo sotto di 300 mt in quello che è considerato una sorta di iper, ma che in realtà è piccolo quanto il primo A&O di casalina memoria, all'inizio del Viale. 
Amo questo modo vintage di dare la spesa. 
Tutto qui: non farò assalti.
Con calma ragazzi. Facciamo con calma. Non sarà necessario fare incetta di pasta, che poi lasciamo sole e orfane le penne lisce: nemmeno ha senso lasciare gli scaffali vuoti per riempirsi la dispensa di cibo, che poi rischiamo dii ritrovarci  scaduto. "A trà via la roba, se fà pecàd"
Uno alla volta, con guanti e mascherina. Facciamo il nostro piccolo dovere.
Saluti e baci.


📌10 marzo
Dal mio isolamento montano, seguo tutto quello che succede nella red zone. Grazie ai media, a internet e ai miei familiari, ovviamente. Anche le chat sono aperte per raccogliere notizie cercando fra le parole ansiose un minimo di positività. Non è facile, in questo momento, gestire la pagina da lontano, inserendo notizie di attualita fra i ricordi, le foto di una Casale deserta, con quelle di una vita lontana, tenendo fuori elementi estranei e potenzialmente dannosi.
Mi chiedo sempre se sto urtando la sensibilità di qualcuno o se una foto o un ricordo, possano essere inopportuni. Scelgo e spero. 
In questi giorni un ringraziamento particolare a Carlo Meazzi, con le sue cronache semiserie, che strappano si, il sorriso, ma non solo: una piccola riflessione è sempre lì, che stimola.
Grazie a tutti...
Guardiamo avanti e teniamo botta. 


📌13 marzo
Continua l'isolamento, che qui in Appennino, lo è indubbiamente. 
Ci si impigrisce e mi immagino a fare attività ginnica: fare i gradoni che portano alla parte piana del giardino, potrebbe essere un ottimo esercizio cardiovascolare... Su e giù, ma le anche non rispondono e le ginocchia lesionate si bloccano. Winston, ormai vecchietto opta per la salita dal prato: ci provo, ma il terreno ancora umido, mi fa scivolare. Non è un sesto grado, ma poco ci manca.
Battito buono, ossigenazione ok, voglia di fare azzerata. Ho detto che mi immaginavo di farla, vero? 
Meglio mettersi al PC, cercare qualche foto d'archivio da riproporre, chattare con le amiche casaline, incappare, con Marina in una video chiamata fortuita, che ha fatto ridere perché lei vedeva i miei piedi e il caos della cucina, io non vedevo nulla. Un sorriso ci vuole, per mitigare l'ansia. Le telefonate con l'amica di Orio, che non riesce a convincere la mamma che a Messa ai Cappuccini, non può andare: le ricordo che può fargliela seguire online e tira un sospiro di sollievo. I suoi frati li vuole vedere, lo ha fatto per 90 anni: non sarà un virus a fermarla, ma si accontenterà di un video.
I vocali di mia sorella, invece, mi preoccupano. La sento sfinita e addolorata, inerme di fronte al caos, lei, là al fronte.
Vorrei abbracciarla e sostenerla, ma non posso e non potrei nemmeno se non ci separassero i tanti km. Vorrei che fosse al mio fianco, come da piccola quando temeva i temporali e si accucciava nel mio letto.
Il prunus, intanto sta sbocciando, la neve è sciolta e la primavera tenta qualche timida prova. Fotografo, scaccio il magone e mi dico che è un altro giorno e spero.
Buon giorno Casale.
Un abbraccio enorme ❤️


📌18 marzo
Il dolore per le perdite, l'ansia per chi non sta bene, l'angoscia per chi è assente da tempo anche dai Social.
Ringrazio le chat, che danno modo di mantenere contatti, di scambiarsi informazioni, di supportarsi, di sentirsi meno soli. Anche una faccina, un adesivo, una gif, possono aiutare e incoraggiare, strappare magari un sorriso, ed è già molto.
Leggendo la rassegna stampa di questa mattina, sono incappata nei consigli su come affrontare questo periodo di isolamento coatto: una dietologa asseriva che in questi giorni è bene porre attenzione a quello che si cucina e si mangia: soprattutto, dice, sarebbe opportuno privilegiare il consumo di verdure crude e cibi freschi, di carni magre all griglia. Se si ha fame, vanno bene le carote crude e una gamba di sedano: insomma, cose talmente ovvie, scritte con una supponenza che nemmeno il dottor Nowzdaran, ha mai usato e che mi hanno strappato un bel "ma và a ciapà i ratt!"
Certo, bisogna stare attenti, ma credo anche, che impastare e cucinare, siano vero e proprio training: se Impasto e cuocio il pane con i cereali e ci vuole tempo e dedizione, per la doppia lievitazione, mi rilasso e perdo un po' di tempo, allentando la tensione. 
Oltre ai libri, ai Social e allo scambio di vedute con un cane e i cavalli al pascolo, un po' di sana cucina mi è utile e non sarà certo la fetta di pizza preparata in casa a mandarmi in crisi. 
Vivo perennemente a dieta, accetto i saggi consigli dei medici, ma per favore, che non siano così banali, grazie.

Eppure, tornerà il tempo dei cibi freschi e colorati, delle insalate, di meloni e cocomeri. Tornerà il tempo delle uscite, del rumoreggiare delle chiacchiere, del ritrovarsi sulle piazze e nei mercati. Tornerà il tempo dei tendoni Rossi a riparare vetrine e i portici dal sole. E saremo di nuovo sereni. 
Tornerà, anche se saremo un po' più soli, ma forse più forti.

📌20 marzo
Alberto Angela, lui, quello della TV, dice che per ingannare il tempo dell'isolamento, i giovani da molto, potrebbero scrivere le loro memorie; non ho ben capito se per rimandare ai posteri i momenti vissuti o per dare una sorta di testamento.
Sorridiamo e prendiamo spunto.
Se volete raccontare qualche vostro attimo di vita casalina, passato o presente, la pagina è a vostra disposizione.
Raccontarsi è terapeutico. Lo dicono gli psicocosi tutti. Buona giornata 

📌6 aprile
Isolamento, giorno boh.
Se non fosse che la mia terapia, prevede un farmaco, pillola rossa, in giorni specifici, proprio non mi porrei più nemmeno la domanda. Adoro vivere così, senza orari, senza doversi porre dei traguardi. 
Le discussioni in casa, comunque, hanno del surreale: mio marito parla con me della tonalità della tinta, che a mio rischio e pericolo, vorrei fare, con il suo contributo, ovvio...
Quello che non ha ben chiaro, è che non potrò farmi i colpi di luce, le mèches, per cui rimarrò con quello che lui chiama "casco uniforme". Lo preferivo quando si occupava di bilanci e non si accorgeva dei miei repentini cambi di look.
Ha detto che andrà lui, al negozio a cercarmi il colore giusto: lui, che è addetto agli approvvigionamenti, con telefonate e video direttamente dai negozi. Lui che si occupa delle uscite sanitarie con il cane, queste nei duecento della via privata. Al ritorno, mi porta notizie dei miei vicini, con i quali comunque si è a tiro di megafono. Siamo un totale di 8 persone, suddivise in tre famiglie, più cani e gatti.
I cavalli sono in addestramento negli appositi recinti. 
Prigioniera nel mio giardino, che riprende a fiorire, ho voglia di sedermi sotto l'ombrellone e leggere, cullata dalla solita leggera brezza estiva; invece soffia ancora un vento da nord est, che fa rabbrividire, ma lascia il cielo libero da nuvole. È bello, qui. Sono innamorata di questo nulla.
Le notizie dalla città e da Casale, lasciano intravedere un piccolo spiraglio di luce. La strada sarà lunga: per tutta l'estate vivremo da sorvegliati speciali, ma va bene, va bene così, se questo significa smettere di piangere. Le mascherine e i guanti, pur fastidiosi non mi fanno paura, li posso portare a vita, posso affrontare una clausura e la lontananza da mia figlia e dai miei cari, perché ho terrore di vedere ammalarsi persone a cui tengo, di vedere soffrire famiglie conosciute e non. 
Un piccolo sacrificio, che può salvarci.

Buon lunedì, perché è lunedì vero?


📌8 aprile
Solito giorno dal solito luogo d'isolamento.
Ieri, una botta di vita: in genere suona il postino, una sola volta, con il pacco Amazon e la ragazza del negozio per animali che porta crocche per Winston. Ieri, no, è passata la mia amica Federica, che ha un negozio di abbigliamento, sport, profumeria, giocattoli e altro: un tipico emporio montanaro ereditato dai nonni, dove chiedi e qualcosa sicuramente salta fuori. Una lunga telefonata, con invio di foto in whatsapp per la scelta e poi la consegna a domicilio di generi, assolutamente di prima necessità, biancheria intima, t shirt e felpa, di genere femminile, anziché quelle maschili che amo portare; mi ci dovrò abituare. La consegna, con presidi sanitari e distanza obbligata, è durata parecchio, lo ammetto: due, quattro anche sei chiacchiere, ma era da un po' che non ci si poteva vedere. Avrei voluto abbracciarla davvero, perché è riuscita a procurarmi la "tinta" del giusto colore, per i miei capelli. Un filo di leggerezza, che mi ha rasserenato. 
Mio marito, invece si è fatto amico delle due farmaciste di un paesello vicino. Dopo aver discusso, a ragione, con quello di Sestola, è entrato a far parte di quel 90% di sestolese, che si rivolgono altrove, anche solo per una tachipirina. È riuscito a dotarsi di due mascherine pesanti, ma dal costo truffaldino. Ci sarebbe molto da dire a proposito.

Qui, i contagi, sono fermi a due, ma si teme per i prossimi giorni. Molti, dalle città, hanno chiamato alberghi e camping per le vacanze pasquali. È tutto chiuso, ovviamente, e i residenti sono pronti alle barricate contro l'incontrollata migrazione turistica. Noi, ormai siamo considerati residenti a tutti gli effetti e siamo resi partecipi di tutto. Speriamo bene, davvero. 

Le solite telefonate da Casale e da Modena, denunciano un po' di stanchezza, un filo di nervosismo e molta rassegnazione. 
Seguiamo i dati, sperando che siano i numeri a darci speranza.
Scusate il gioco di parole.


📌9 aprile
Isolamento, alé...
Comincio a dare segni di leggero squilibrio. Ho passato ore sul PC, a decorare un'isola virtuale, sistemando gli edifici, creando località amene, facendo calcoli, che manco un architetto.
Alla fine, mi sono ritrovata con gli occhi pesti, ma ho iniziato comunque un nuovo libro: sul Kobo, ho allargato così tanto le lettere, che per leggere una frase dovevo girare tre pagine.
Cucino, ma non mangio più di tanto: vorrei pasticciare, ma certi bastardi hanno fatto incetta di paté di pomodori secchi e anche di pomodori secchi al naturale. Pare facciano tutti tante pizze e dalla mancanza cronica di farina e lievito, direi che si nutrano solo di quello. Mi gonfio solo a pensarci. 
Sono in crisi di astinenza e in una situazione come questa, non va bene: mio marito mi ha portato una crema di nocciole e cioccolato, tipo Nutella sana, per intenderci, ma la trovo comunque troppo slaciughenta. Va beh, si farà di necessità, virtù.
Sto decidendo il menù pasquale e mi viene da piangere: mi mancano i ragazzi e i siberiani che rallegravano le mie domeniche. Mi mancano ancora di più le Pasque caotiche di tanti anni fa, con mia sorella, le nostre famiglie, alternando viaggi da e per Lodi o Casale, secondo la reperibilità di mio cognato, con piatti pronti che ci avrebbero sfamato per tutta una settimana. Io che amo il silenzio, ho nostalgia del chiassoso parlarci addosso, dei toni di voce più alti per riuscire a sentirci.
Vorrei poi poter risentire la voce di mia mamma che dice a me e Babs: "ho fai dú fiole miscredenti... Signúr s'ho fai de mal?"
Un nostro abbraccio e passava tutto.

Passerà il tempo del coronavirus e ritroveremo la gioia di incontrarsi. Forse ci commuoveremo, ma sarà bello.
Buondi Casal

📌11 aprile
Isolamento continuo; come era presumibile si arriverà fino al 3 di maggio, per il momento.
I contagi stanno frenando, ma meno di quanto ci si aspettasse. Teniamo botta, lo dobbiamo ai caduti di una guerra combattuta senza armi, ma cruenta.
Ci inventiamo le giornate. 
I più fortunati, hanno la compagnia di coniugi, figli, fratelli; troppi sono soli, invece. 
Penso a loro. Penso a Tiziana, Maria, Marina e alle tante altre persone, amiche e non, che vivono in solitudine momenti così difficili e luttuosi. 
Mi sento fortunata. Ho la possibilità di prendere aria in un giardino, ho la passione della lettura, una libreria ben fornita e un e-reader pieno, per cui non riesco ad annoiarmi. Ho un marito al mio fianco e anche se si finisce con il discutere, spesso per un nonnulla, riusciamo a supportarci. 
Mi piace il silenzio e non amo la folla: non fosse per la tragedia che si sta vivendo, potrei essere quasi felice. Quel l'ansia sottile, però allerta tutti i sensi. 

Ieri mia figlia ci ha raccontato le peripezie per fare una normale spesa. Ore di attesa per trovare vuoti molti scaffali e soprattutto carenza di prodotti freschi: ha comprato quel poco di surgelato che ha trovato. 
Le consegne sono garantite: lo sono persino qui in montagna, per cui tutto lascia pensare che si stia acquistando in modo dissennato o che la spesa, sia semplicemente un alibi per uscire. Presumo che al termine del lockdown, ci saranno persone che svenderanno sul marketplace di Facebook, l'eccesso vicino alla scadenza. Non ci si spiega diversamente.

Qui, invece è tutto tranquillo, ma cominciamo a guardarci intorno con diffidenza. Una macchina diversa, una voce in più fa scattare l'allarme. I controlli sono molti, ma l'ampiezza e le strade impervie del territorio , li rende più difficili. Solo l'accesso ai tre negozi aperti, potrebbe svelare gli evasi dalle città.
Intanto, mio marito, dopo essersi approvvigionato di una semplice spesa alimentare, ha acquistato una colorazione per capelli di un colore biondissimo: ha pensato che la reclusione prolungata, mi avrebbe messa in condizione di risistemarmi e mi ha voluto omaggiare, sperando che la mia testa, ritorni più normale. Non credo: i capelli, avranno bisogno di una professionista e la mia testa, rimarrà la solita... caratterialmente e va bene così.
Stupisce il fatto che abbia imparato, i numeri delle tonalità dei colori. Beh, se si parla di numeri, è imbattibile, a qualsiasi cosa li si applichi.
È il sabato di Pasqua, casalini. Domani la Resurrezione per i credenti, ma per tutti la speranza. 
Rimaniamo in casa, intanto. 
Fém bèl, dònca.

📌
14 April
Isolamento, ma davvero ho perso il conto dei giorni.
Anche Pasqua l'abbiamo archiviata, ricordandola sicuramente, come una delle peggiori della nostra vita. Ho preparato una parvenza di pranzo, un arrosto con patate al forno e come dolci, un sacchetto di baci di dama: raramente mangio carne e solo quella di pollo o tacchino, faticosamente e perché costretta. Sforzo enorme per inghiottire una fetta di arrosto, ma alla fine il mio luculliano pranzo si è ridotto a due patate. Ammetto che era un nodo in gola a impedirmi di mangiare. Eravamo e siamo tesi, troppo soli, inutile nasconderlo: mio marito pensa a sua mamma a Casale e si chiede quando riuscirà a vederla. Le telefonate con i fratelli, non riescono a scalfire la malinconia e la preoccupazione. La lontananza amplifica tutto.
Solo i video e le foto che mi invia Chiara, mi fanno sorridere. Mia figlia e suo marito, stanno trascorrendo i giorni di riposo, a organizzare la casa a misura di cani, creando alcuni mobili su misura, che ospitano nelle parti inferiori le tre gabbie per i siberiani. Devo ammettere, che sono davvero abili ad arredare fra contaminazioni post industriali e kennel, elegantemente nascosti. Il loro bel tavolo tutto cristallo, dovrà lasciare posto a qualcosa di diverso, e temo che finirà a casa mia, o nel mio garage. Al solito, come se non bastassero gli avanzi dei miei traslochi e degli obbligati cambi di arredo. 

Dicono che dovremo cambiare abitudini di vita, sia personali che sociali. Nulla, per tempo, sarà come eravamo abituati. Mi adeguerò, lo dovremo fare, anche se sono un po' spaventata da quello che ci aspetta. Le vacanze saranno rinviate a date da destinarsi. Andare dalla parrucchiera, sarà come prepararsi in una sala operatoria: sovrascarpe, camici e mascherina, proprio come si farà dai dentisti, dove però ci toglieremo la mascherina, ma dovremo approcciarci a una detartrasi, dopo un sierologico. Bere un caffè in compagnia, non sarà semplice. 
Avremo una vita medicalizzata, ma mi auguro che non si sterilizzino anche i nostri sentimenti.

Ricominciare sarà difficile e non solo per i nostri muscoli, che stanno per atrofizzarsi . Per troppi, ci saranno problemi economici e di lavoro. Gli studenti dovranno recuperare e bisognerà ripensare comunque a un nuovo modo di apprendere e di lavorare.

Solo la natura ha tratto vigore dal COVID. Una rivalsa nei nostri confronti, che tanto la bistrattiamo. Gli animali si sono ripresi gli spazi. I fiumi e i mari limpidi, come mai. 
Tutto questo mi piace, ma giuro che se becco il quadrupede, che ogni notte visita il mio giardino, facendo party con le sedie del cortiletto... 
Niente, non gli farei niente, ma vorrei capire chi è o cos'è. 

Mettiamo le mascherine, ma sotto, proviamo a sorriderci.

📌25 aprile
Isolamento, giorno fate voi.
Dopo una settimana di maltempo con temperature sotto e prossime allo zero, ieri abbiamo aperto il grande ombrellone nel cortiletto. Ne abbiamo un altro, detto il piccolo, nella parte bassa del giardino. Ogni anno pensiamo che dovremmo far costruire un gazebo in legno e ogni anno, rimandiamo a un altro anno. Comunque, finalmente seduti al sole, pur con il maglione di lana ci siamo rallegrati della nostra prigione montana. Si sentivano le voci dei nostri vicini, che urlavano dal loro balcone agli altri vicini seduti nel loro patio: conversazioni al tempo del COVID, che se non fosse per la tragedia, assumerebbe le sembianze di una farsa.
Il macellaio ha intrattenuto una conversazione urlata con un tizio che non era in negozio, ma sulla strada: alla fine ha ammesso di non aver capito nulla, perché distanza e mascherina, impedivano l' ascolto e che poi: "la mascherina, non mi fa leggere il <labbiale >", detto proprio trascinando la doppia b...

È arrivato il 25 aprile. È una bella giornata, come sempre. Forse qualche volta c'è stata pioggia, ma non nei miei ricordi.
Oggi, si vuole litigare intorno a questa giornata, ma quando ero bambina, si andava al corteo con le scuole, uniti nel ricordo, allora ancora fresco della Liberazione. 
Festa bella e fortemente sentita nella mia famiglia.
Rivedo mio papà che ascolta attento, chi parla sulla piazza e soprattutto mio nonno, commuoversi al suono della banda. Lui, silenzioso testimone di tanti orrori, vissuti sulla sua pelle.
Risento mia mamma felice, che racconta il suo 25 aprile 1945, con l'incoscienza della ragazzina che era e mi sembra di sentirla ancora mentre mi canta e mi fa imparare "Bella Ciao". La rivedo mentre toglie la vecchia bandiera italiana dalla finestra di Via Garibaldi e la ripone nel cassetto.
La vecchia bandiera che è ora da me. I colori sono un po' sbiaditi e la trama del tessuto si va sgranando. Non la uso: mi limito a guardarla e toccarla con delicatezza, quasi a risentire quelle mani che l'hanno piegata un'ultima volta.
Ciao Casale.
Alleniamoci a non dimenticare.

📌27 aprile
Isolamento, chissà fino a quando. 
Ieri mi hanno chiamato da Modena per avvisarmi, che se tutto sarà ratificato, il 4 Maggio, apriranno i parrucchieri per cani e per umani: ingresso uno per volta, con tutti i presidi sanitari del caso. Per il cane, servirà un prelavaggio con candeggio, perché nonostante il mio impegno e i tentativi di pulizia il terrier che dovrebbe essere white, è ormai un camaleonte, che si confonde con i vari toni della terra. Il pelo troppo lungo, lo fa sembrare un simpatico mocio per pavimenti. 
Ho bisogno di magliette e dei pantaloncini sportivi, che compro abitualmente da Decathlon e ho provato l'ordine on line: dopo tre giorni di tentativi, forse, alle sei di questa mattina dovrei esserci riuscita. Chissà poi se ho ordinato le taglie giuste: sono anni che non cambio mai prodotti, ma per sicurezza ho preso una taglia in più, tanto è certo che magra non tornerò e la comodità è un plusvalore. Nelle vicinanze di Sestola, hanno riaperto un vivaio e mio marito si è precipitato a fare acquisti: i primi gerani e le surfinie sono a dimora. Ci sembra di aver fatto un passo avanti verso una difficile normalità. Siamo preoccupati per le nostre bellissime ortensie, che paiono aver sofferto l'ultima gelata, ma speriamo nella clemenza del sole. 
A Modena, al rientro, troverò i pitisfori e il grande ficus, agonizzanti: nessuno per più di due mesi li ha potuti accudire. 
Il pensiero va inevitabile al cimitero di Casale, dove riposano i miei genitori. 
Anche la loro ultime casa, è stata giocoforza abbandonata. 
In genere sono mio marito, mia zia o gli amici, a dare un'occhiata a che tutto sia in ordine e le piante bagnate. 
Maria e Massimo, mi avvisano se qualcosa non va: so che mia mamma, dal suo cielo sorride e approva: "che bele sùdisfasión. Ien propri bravi". 

Un piccolo passo dopo l'altro, come dopo un grave intervento... Ogni giorno, uno in più, consapevoli che la malattia non se ne è ancora andata e dobbiamo usare cautela. Un passo, un fiore, una lacrima, ma anche un sorriso. 
Ciao Casale. 
Buona giornata


📌28 aprile
Isolamento giorno... è martedì, lo so! 
Inizieremo la fase 2, che è la fase 1 con la possibilità di vedere i congiunti a distanza di m. 1,80, con guanti e mascherine. Meglio continuare con le videochat, che sono meno deprimenti. 
Ci si potrà muovere all'interno della propria regione, ma per validi motivi. Dovremmo tornare in città, dal gommista per cambiare le gomme da neve con quelle normali, ma non so se è giustificazione sufficiente. Mio marito scalpita: vorrebbe andare a MO per commissioni, ma non si è certi di poter poi rientrare a Sestola. Cercheremo di capire. 
La clausura forzata , dicono gli esperti, porterà molte persone a chiedere supporto psicologico: non scherzo, quando dico che dovrò farlo anch'io per capire come mai mi senta perfettamente a mio agio in una vita totalmente priva di contatti fisici, senza folla, chiasso e nel nulla più completo. Non ho più gli incubi, che infastidiscono il mio sonno, anche se non so come considerare, un sogno fatto questa notte, in cui la prof Gandolfi Guidotti, in tailleur grigio e occhiali a farfalla, mi imponeva una quantità enorme e senza fine di compiti di analisi logica, mentre io volevo stare in compagnia di umanità con giacche striminzite e pantaloni a zampa di elefante, riunita davanti al negozio di Riboldi in via Gramsci 
Non ho mai sofferto studiare con la signora Gandolfi e a parte il fatto che odiava i miei capelli, che riteneva troppo lunghi, abbiamo sempre avuto un buon rapporto. 
Comunque alle due, ero sveglia, senza più sonno a pensare come eliminare la libreria del soggiorno Sestolese, senza rinunciare ai libri. Visualizzavo tutte le possibilità e non ne sono venuta a capo, almeno per il momento. 

Asseragliata nel mio giardino, ho visto, giorno per giorno, il mutare della natura. Gli alberi si sono riempiti, il verde è brillante e il glicine è pieno di gemme. Ogni mattina, riesco a meravigliarmi, ma oggi non riesco a togliermi dalla testa quel motivetto della mia adolescenza... "...e mentre il glicine fioriva...". Cercherò su you tube, perché con la memoria non vado oltre questa frase, mentre la musica è presente. Età, è questione di età, ne sono consapevole. 
Buongiorno
Ci tocca tenere botta ancora.

📌3 maggio
Isolamento domenicale, che comunque è esattamente uguale agli altri giorni della settimana. Pare cambino le programmazioni televisive, ma io non guardo mai la TV, quindi ...niente.
Ammetto che comincio a essere un po' nervosa. Ho aperto 4 libri e non riesco a concentrarmi su nessuno: la mente si inceppa nei troppi pensieri e la lettura non è più fluida. Passo ai giochi sul PC, cercando di distrarmi ed ė il PC a incepparsi: partono tutte le giaculatorie conosciute e mi dico che la prossima volta, vorrei davvero nascere hacker.
Intanto continuo la mia vita, fatta di molta nostalgia. Sono serena qui a Sestola, non mi manca assolutamente Modena, quanto invece mi manca Casale, con i suoi volti conosciuti e gli amici di sempre.
Ho cambiato città, ho vissuto in grandi centri e sulle rive del mare. Sono tornata in Lombardia, anche se solo per due anni, il tempo nero per accompagnare il mio amato papà nel suo ultimo periodo. Ho conosciuto molte persone interessanti e piacevoli, ho stretto qualche amicizia profonda, che ha resistito al successivo allontanamento, ma sono le persone con cui sono cresciuta che cerco, quelle a cui non serve raccontarsi. 
È strano, però quanto la lontananza, faccia scoprire cose nuove e sconosciute e riscoprire quelle dimenticate: si vede tutto con occhi diversi, curiosi e meravigliati.
Rivorrei sentire le storie raccontate da mia mamma, sulla sua Casale, quella vissuta da emigrata,in tempo di guerra. Da lei avevo imparato le SCÜMAGNe, in un dialetto che perfetto non era, influenzato sino alla fine da un lieve accenno Veneto e che faceva ridere mio marito, casalino DOC. Vorrei ascoltare i suoi "te se ricordi?".
Buona giornata. 
Prepariamoci ad affrontare la fase 2, con tutte le precauzioni, mi raccomando.

📌8 maggio
Isolamento, fase 2. 
Va beh, ammetto che non è cambiato praticamente nulla, anche se si è allentata un po' la stretta. 
Sono ripresi, però i lavori nei piccoli cantieri e nei giardini, mentre i negozi attendono il 18 maggio. 
Da noi il virus, dicono, se ne sta andando, ma tutti preferiamo mantenere una certa cautela e diffidenza. 
Ieri sera mia figlia mi ha comunicato la sua intenzione di salire a Sestola, non appena avranno il via libera: la amo, è la mia vita, ma per accedere al mio giardino voglio i risultati del sierologico e un certificato di sana e robusta costituzione, anche se dovrà indossare guanti e mascherina. Solo i siberiani, saranno ammessi liberamente e potranno investirmi con la loro affettuosa irruenza. Si scherza un po', ma non troppo, nella consapevolezza che non siamo affatto fuori pericolo. 
Ci si sente comunque piuttosto tesi, facile preda di malinconie. Manca la banalità quotidiana, quella routine che un po', magari, schifavamo annoiati. 
Ci siamo rallegrati per il ritorno dei cavalli nei prati, liberati dal loro recinto. Fischio e rispondono. Sono gelosi delle carezze, si scacciano l'un l'altro, per riceverne di più e uno di loro adora il mio piccolo terrier, che non fa avvicinare da nessuno, a volerlo proteggere. 
Ci si occupa delle piante da imperfetti botanici, in attesa del giardiniere, che tre volte l'anno, viene a fare il duro lavoro di sistemazione e la potatura delle siepi. La lavanda ha sofferto le ultime gelate e alcuni cespuglietti sono seccati. Abbiamo tentato il salvataggio dell'azalea, togliendola dal terreno e mettendola a dimora in un vaso: pare abbia funzionato, perché ha ripreso a fiorire. 
Ci si accontenta così, cercando di mantenere una sorta di difficile serenità. 
Importante è non guardarsi allo specchio, o far finta di nulla: tre mesi senza parrucchiera sono molti e ormai i miei capelli vivono i totale anarchia. 
Mio marito, dice che si sente come un Paul McCartney dei vecchi tempi andati. Non è vero, ma gli piacerebbe, ovvio. 

Buon giorno Casale. 
I numeri che leggo sul lodigiano, non mi piacciono molto o forse semplicemente non sono chiari. In ogni caso, fè bel, me racúmandi.

📌19 maggio
Isolamento...finito.
Oggi, mio malgrado tornerò, se pur per pochi giorni, in città. Mi si è scatenata la sindrome della capanna, roba da psicocosi e immergermi nel caos mi fa un po' paura. Chi mi conosce bene, sa quanto poco io ami la folla e il traffico, ma mi ritrovo con un appartamento proprio in centro a Modena, in un punto davvero nevralgico. Tre giorni, mi serviranno per sistemare casa, buttare le piante defunte, amen, toelettare il terrier che ha assunto le sembianze di un bovaro di cui non si riconosce il davanti e il didietro. Lo spazzolo e lo strippo, ma ha la tendenza a rifiutare, minacciosamente, le mie cure. 
Ho anche miracolosamente trovato posto dalla parrucchiera: "te sè la solita scaviüna", direbbe mia mamma, ma mi ero abituata a pettinarmi ogni giorno in modo diverso, seguendo il naturale andamento dei ciuffi. Ieri mi sono messa una fascia: credevo di aver fatto bene, ma mio marito e il cane mi hanno osservata a lungo, perplessi. Dovrebbe esserci pioggia, nei prossimi giorni, per cui farò uso di uno dei miei mille cappelli a cloche impermeabili, così sarò a posto e bon. 
Poi tornerò al mio nulla,che sarà un po' meno nulla, perché con il via libera, in molti saliranno almeno per riaprire le case e sistemare i giardini. Ormai, in alcune case, l'erba non tagliata, copre i rosai e si avverte un triste senso di abbandono. 

Abbandonata era, per forza maggiore, anche la dimora dei miei genitori a al cimitero di Casale, ma grazie a Maria, è stata riordinata. C'è Massimo, che controlla che tutto sia a posto. Ho degli amici preziosi che mi supportano in modo commovente in ogni frangente, anche in queste piccole cose, ma per me importanti. 
Non so quando potrò venire a Casale, ma so che ci siete anche quando sono lontana.
Grazie. Buona giornata e, mi raccomando, fè bel, che la bestia l'è amò chi.

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