PICCOLE CRONACHE DA UN EREMO APPENNINICO
Qui, in eremo, il clima fa le bizze. Dopo la nevicata di ieri, in rapido scioglimento, una parvenza di sole, ma con il ghiaccio a terra, che a far gli scalini devi rivolgerti a tutti i santi, ora è esplosa una bufera di vento , che non promette nulla di buono.
Che fare? Si dorme, si legge, ovvio, si cazzeggia e ci si arrabbia sui social; si discute con il marito, ma questo si fa sempre e si cucina.
Cucinare, significa poi mangiare, che non è che una butta: buttare è peccato, mi diceva mia mamma. Allora dai di ragù, di pizze, di sfoglie variamente imbottite, di pollo al limone o in salsa barbecue, di pasta alla gricia, di vassoietti con salumi e formaggi, di frittate con erbette, di pane cotto nel forno di casa. Poi la fettina di tacchino, o il filetto di pesce ai ferri per penitenza, anche se per abitudine i miei sono poco più che assaggi.
In realtà, dovrei pesare 25 chili, ma la natura è ingrata, la bastarda.
Niente dolci, non li amo, anche se il cioccolato fa bella mostra di sé in dispensa. Non lo tocco più da tempo. La mia glicemia è alterata, ma magra consolazione, non perché mangi male, ma per effetto collaterale di due farmaci salvavita. Che volete che sia: una entra d'urgenza in emodinamica con glicemia a 90 e se ne esce, dopo 8 giorni di digiuno, con 120. Va beh, al limite aggiungiamo un 'altra compressina et voilà. Invece ho livelli di colesterolo troppo bassi. Vivo in Emilia, chiaramente non ho il giusto DNA, che qui è modificato per supportare determinati cibi, ma mi sono evidentemente adeguata.
Sono strana, mi dicono: quando ho bisogno di consolarmi, non mi butto sulla Nutella, ma sulla salsa di pomodoro. Quindi cucchiai di paté di pomodori secchi, o pomodori secchi non in paté, o insalata di pomodori con vari tipi di pomodori, almeno quelli che si possono trovare nella stagione invernale.
Mio marito mi guarda schifata, eppure sa che uno dei piatti a cui non saprei rinunciare è lo spagnolo pan y tomate, o come dicono in Catalonia, il pa amb tomàquet. Forse più che lombardo/venete, ho origini spagnoleggianti , chissà.
In questi giorni, abbiamo tutti bisogno di comfort zone e comfort food: la zona è adeguata, al cibo si provvede...
Il vento continua a fischiare, il terrier abbaia ai suoi fantasmi. Accendo una lampada per creare l'atmosfera, e un bastoncino di incenso: cerco di rilassarmi, prima di affrontare le telefonate in città, quelle nella red zone e le notizie con il conteggio orario dei caduti.
Si cerca di sorridere, ma non è facilissimo. Si spera in qualche nota positiva. Si spera.
Vedremo domani: già, domani e un altro giorno e si vedrà.