PASSERÀ...

Quella che doveva essere una permanenza di pochi giorni, qui in Appennino, si è trasformata in una lunga sosta e davvero non si sa con certezza quando potrà terminare.
Il COVID, ha stravolto le nostre vite, le ha traumatizzate, si sta portando via troppe persone e a questo non ci si abituerà mai. Ogni vita spezzata, crea una ferita nel nostro cuore. 
Il paese dei cinque campanili e i suoi dintorni, stanno pagando un prezzo troppo alto. Ne soffro. Non mi capacito e ne soffro. Il mio angelo, di nome e di fatto, il mio medico, mi mette con fermezza e dolcezza di fronte alla realtà: "... siamo in guerra. Pensa a quando i nostri genitori raccontavano dei rastrellamenti, di quando non avevano il tempo di salutare un padre, un fratello, un figlio. Siamo così: combattiamo per salvarci e in questo momento abbiamo, come arma, solo l'isolamento. Ce la faremo, ma sarà dura per tutti..."
Così, silenziosamente piango le persone, che hanno incrociato la mia vita, in un'altra vita, ma che non ho dimenticato. 

Le chat e le telefonate con le amiche, là sulle rive del Brembiolo, sono poco meno di un bollettino di guerra. Ci si consola, ci si supporta. Molti di noi hanno familiari che combattono al fronte, negli ospedali e la preoccupazione è tangibile. 

Le telefonate con mia figlia, sono quantomeno surreali. Lei,  in quel paese ci è nata, lo ha frequentato solo per le visite ai nonni. La sua vita è nella città che l'ha vista diventare donna, giustamente. Ascolta i miei racconti, silenziosamente, e ma  nel suo cinico pragmatismo, passa al suo  dunque: "non ci venga in mente di tornare in città, pena la quarantena obbligatoria. Ci staremo, sicuramente, ben oltre il 3 di aprile e quindi se mai avessi bisogno di abbigliamento più leggero, dovrò provvedere a farmelo arrivare on line." 
La fa facile lei, che rasenta una taglia quaranta... 
" Poi, chiaro che in città c'è della follia, perché la gente ha svuotato gli scaffali dei supermercati di farina, lievito di qualsiasi tipo e...uova. Sembra ovvio che, in crisi di solitudine i più di dedichino a sfornare pizze e torte: ergo chi ci guadagnerà di sicuro, alla fine di un'emergenza che sembra prolungarsi di giorno in giorno, saranno psichiatri e dietologi. Quando avremo nuovamente accesso alle analisi di routine e si controlli medici, l'aumento del consumo di statine anticolesterolo, è garantito. "

Quando parla, mia figlia, ha la tendenza a fare delle vere e proprie arringhe accusatorie. Ho sempre pensato che la sua laurea in legge, sarebbe stata meglio sfruttata in ambiente giudiziario, piuttosto che in quello delle sofferenze bancarie. 
Poi, che il suo sogno sia quello di allevare cani, magari siberiani, è pacifico per tutti. 

Quindi staremo qui, fino a data da destinarsi. Il medico, lo consiglia, ove il consigliare è un eufemismo, mentre mia figlia data il nostro rientro in città per la metà di maggio, forse. 
Su tutte si leva la voce del mio compagno di vita, che pur soffrendo questo isolamento, minaccia di non voler nessuno intorno, anche prossimamente perché ritiene i cittadini tutti contagiati. 
Vero, che qui in montagna, forse perché siamo in pochi e le norme rispettate pedissequamente, fatti i debiti scongiuri, è davvero un'oasi sanitaria felice. 

Intanto sta nevicando e le temperature rigidissime, invitano a rimanere in casa senza troppi patemi. 
Per uscire, userò i bastoncini da trekking: il nevischio a terra sta ghiacciando, si sa mai, che in quanto a fratture, ho già dato. 

Andrà tutto bene, mi dico. 
Ne usciremo malconci tutti, ma andrà tutto bene. 
Non ci credo, ma lo spero. 

Il pensiero è sempre là, fra le strade che portano alla vedova, nel paese dei cinque campanili 













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