ALL' ALBA DI UN GIORNO QUALUNQUE
Ci sono giorni in cui tutto sembra più difficile, quasi insopportabile. Un mattone nel petto e un nodo nella gola, le gambe pesanti, il passo strascicato, come se i piedi fossero blocchi di cemento.
Gli occhi stanchi per il sonno, vorrebbero chiudersi, ma non ce la fanno: rimangono sbarrati fissi su un libro, che che si spera possa rasserenare e auspicando, che lo scorrere delle righe, generi un po' di benefico riposo.
Si vorrebbe leggerezza, si desidererebbe correre a perdifiato, con quella gioia che porta allo sfinimento e che solo i bambini riescono, forse a provare, ma anche il lento camminare è faticoso.
È l'alba, il cielo gioca con il chiaroscuro e il sole che sta sorgendo, fa filtrare, fra i rami degli alberi, variegate, ma sonnolente lame di luce.
Spalanco la porta, mentre prendo una felpa da buttarmi sulle spalle, respiro l'aria ancora frizzante che mette qualche brivido e cerco di connettermi con ciò che mi circonda. Osservo i prunus e gli aceri, che con le loro foglie rosse sembrano luci nel buio. Il glicine, ha ancora un vago profumo, leggero, leggero; ormai i fiori penduli stanno lasciando il posto al verde, ancora pallido delle foglie.
Mi sposto verso le ortensie, che come animali in letargo, aspettano il risveglio estivo. Cominciano a sgranchirsi e fanno intravedere solo piccolissimi boccioli, che non lasciano indovinare i loro colori. Ogni anno le loro sfumature sono diverse, lo so.
Negli angoli, ancora bui, intuisco i gruppi di rose. Ancora poche e solo quelle rosa/arancio hanno iniziato la piena fioritura.
C'è più luce, ora. Rientro, lascio aperti gli scuri e spengo la lampada.
Il mio beauty case rosso è sul tavolo della cucina: non contiene cosmetici, ma farmaci. Preparo, con disincanto e abitudine, il porta pillole giornaliero.
Il caffè è pronto, aggiungo un po' di latte, prendo due biscotti e le prime due compresse, l'iPad per la lettura della rassegna stampa. Torno a letto e riapro il Kobo. Durante le ore insonni ho terminato un libro e ora ne inizierò uno nuovo, di un autore sconosciuto, che dicono promettere bene.
È ormai mattina ed è l'ora del comune risveglio, ma non nella mia vita al contrario.
Il peso nel petto se ne è andato, cosi come il nodo alla gola, ma gli occhi rimarranno stanchi, lo so, proprio come il mio corpo e la mia mente, che non sanno più trovare riposo.