LE PICCOLE DONNE CHE CRESCONO
PICCOLE DONNE CRESCONO
Ho cominciato a leggere molto presto, intorno ai cinque anni. Prima furono le piccole storie per bambini sulle riviste d'epoca, poi le poesie che piacevano a mia mamma, che fra l'altro mi recitava in modo drammatico: "Cavallina Storna...che portasti colui che non ritorna", oppure "Oh Valentino, vestito di nuovo...". Non riesco ancora a capire, come potesse ritenere un Pascoli sventurato, adatto a una poppante, ma mia mamma era così e amen.
A 6 anni, il primo vero libro: "i tre fanciulli di Fatima", che non era esattamente scritto per un bambino, ma quello passava la casa e va bene. Vennero nell'immediato un'edizione rilegata di "Cuore", letto e riletto allo sfinimento e tutti i libri per ragazzi pubblicati negli anni sessanta, dalla "Piccola Dorrit", al "Michele Strogoff" di Verne, passando per l'amatissimo "Pattini d'Argento". Amavo pattinare e sognavo di poter percorrere quei canali ghiacciati, correndo come quei ragazzi olandesi. Un sogno di libertà, che ancora mi è rimasto: se voglio sentirmi leggera, devo pensare alle pattinate, anche a rotelle,. Peccato che le ginocchia, si lamentino a prescindere.; scricchiolano, solo al nome "pattini"..
Ci fu anche tutta la serie delle "Piccole donne" e, lanci un sasso, chi non ha sognato, almeno una volta di essere Jo, grande lettrice, e poi scrittrice, con i suoi racconti scritti in una soffitta, mangiando mele.
Ecco, io mi chiudevo nella mia cameretta e leggevo, sdraiata su un tappeto, chiudendomi in un mondo tutto mio, fatto di parole e silenzio. Ogni tanto, però, dovevo anche studiare e la perentoria voce materna, mi richiamava all'ordine.
Intanto, avendo perso, nei vari traslochi, molti dei libri infantili, ho scaricato su KOBO, l'intera collezione della Alcott. Devo nutrire la ragazza, che è in me, nascosta da qualche parte.
Poi vennero altri libri, quelli della crescita, e i grandi gialli storici, ma sarà un'altra storia.